A Colterenzio il numero 300 è carico di significati: 300 giorni di sole, 300 soci, 300 ettari di vigne.
Fondata nel 1960 nei pressi di Appiano, la Cantina Colterenzio è frutto della volontà di 26 viticoltori che, stanchi di essere dipendenti dai commercianti di vino dell’epoca, decisero di ribellarsi, dando vita a una propria cooperativa che prese il nome dall’omonimo borghetto, in tedesco “Schreckbichl”. Questi vignaioli vengono ricordati come dei pionieri anche perché, dopo la fondazione, iniziarono a seguire con costanza un percorso di qualità, il cui iniziatore fu Luis Raifer, allora presidente e direttore della giovane cantina sociale. Proprio dai suoi vigneti “pilota”, iniziò a delinearsi un nuovo concetto di qualità, che si diffuse presto tra i membri della cooperativa, i quali sperimentarono la creazione di gruppi di varietà con nuovi vitigni. Tutt’oggi, soci e collaboratori della cantina perseguono assiduamente questo modello.
Le uve vengono coltivate su una superficie complessiva di 300 ettari tra i 230 e i 650 metri di altitudine, in una delle migliori aree vitivinicole dell’Alto Adige. Vengono prodotte complessivamente 14 varietà; il 35 percento dei vini sono rossi, mentre il restante 65 percento sono bianchi. A Colterenzio si lavora da sempre in armonia con la natura e non solo in vigna, dove le uve vengono coltivate con estrema delicatezza e raccolte esclusivamente a mano, bensì anche in cantina. Qui, infatti, dal termine dei lavori di ammodernamento nella primavera del 2012, con pannelli fotovoltaici e un sistema di recupero del calore si produce anche la maggior parte di energia elettrica necessaria per i processi lavorativi.